martedì 20 settembre 2016

Operazione trasparenza medici-aziende, ottimi i risultati delle adesioni

Dal 30 Giugno 2016 anche l’Italia si adegua al codice di trasparenza della Federazione europea delle Industrie farmaceutiche secondo il quale è prevista la pubblicazione online, nello specifico sui siti web delle singole aziende aderenti a Farmindustria, delle somme ricevute dai medici per partecipare a corsi di formazione e aggiornamento, partecipazioni a congressi, consulenze e progetti di ricerca. Le prime analisi hanno mostrato un esito molto positivo, con un’adesione che ha raggiunto l’obiettivo del 70% dei medici, con punte del 90%. Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, ha espresso la
proprio soddisfazione di fronte a questi risultati.
L’azienda Amgen, tra le prime a pubblicare online nomi e importi, dichiara 90% di adesioni tra i medici e un totale di 5,9 milioni di euro per ricerca e sviluppo, 1,8 milioni per consulenze ad operatori sanitari e 5,2 milioni destinati alla formazione. Per Menarini invece l’adesione è stata del 73% dei medici, 33 i milioni investiti in ricerca e sviluppo, 8,7 milioni di euro per la formazione e 860mila per le consulenze. Per Sanofi Pasteur le adesioni sono del 90% e gli investimenti sono di 523mila euro per ricerca e sviluppo, 128mila per le consulenze, 423mila euro per la formazione continua e circa 44mila euro per far partecipare i medici ai congressi. Pfizer Italia, che ha avuto l'80% di adesioni, ha speso 24 milioni, di cui 5 in ricerca e sviluppo e 1,2 in consulenze. Sanofi invece afferma “di aver investito 13 milioni di euro nel 2015, corrispondenti al 2% del fatturato. 4,6 sono i milioni investiti in ricerca e sviluppo. Il 60%, circa 7 milioni, è investito per promuovere il progresso della ricerca farmacologica, e quindi la salute dei pazienti, attraverso l'informazione e l'aggiornamento dei medici erogato dalle società scientifiche”. L’azienda inoltre si dice “orgogliosa che l'oltre 70% dei medici con i quali intrattiene relazioni professionali abbia dato il proprio consenso alla pubblicazione dei dati. Un primo importante passo di un processo culturale importante che auspichiamo coinvolgerà tutti”.

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