martedì 20 settembre 2016

Disturbi comportamentali nella progenie e assunzione di paracetamolo in gravidanza

Un recente studio svoltosi nel Regno Unito, e pubblicato su Jama Pediatrics, ha analizzato la correlazione tra l’assunzione di paracetamolo da parte di alcune donne durante la gravidanza e i disturbi comportamentali nella prole. Nel dettaglio, lo studio valutava i dati relativi all’assunzione di paracetamolo alla 18ma e 32ma settimana di gestazione per un gruppo di 7.796 madri che, tra il 1991 e il 1992, aveva partecipato, insieme ai propri partner, all’Avon Longitudinal Study of Parents and Children. Riguardo invece i dati relativi ai figli, Evie Stergiakouli dell'Università di Bristol e
autrice dello studio afferma: “gli eventuali disturbi comportamentali segnalati dalle madri sono stati valutati con appositi questionari quando i bambini avevano 7 anni”.
Il 53% delle madri (4.415 donne del gruppo in esame) ha asserito di aver fatto uso di paracetamolo alla diciottesima settimana di gravidanza, mentre il 42% (3.381 madri) ne ha fatto uso alla trentaduesima. “I nostri risultati suggeriscono che l'assunzione prenatale del farmaco da parte delle gestanti a 18 e 32 settimane correla con un aumento significativo del rischio di disturbi comportamentali e di sintomi di iperattività nei bambini” spiegano i ricercatori, aggiungendo inoltre che l’assunzione di paracetamolo alla 32ma settimana è anche associato a maggiori probabilità di alterazioni emotive. Gli autori hanno potuto escludere che i disturbi del comportamento siano provocati da fattori sociali non misurabili legati all'uso del composto, in quanto l’utilizzo della sostanza nel periodo postnatale, da parte di entrambi i genitori, non ha portato ad alcun tipo di alterazione comportamentale.
Dato l’utilizzo frequente di antidolorifico nel periodo di gestazione da parte delle madri, i ricercatori auspicano ulteriori studi al fine di chiarire le cause di questa associazione, anche se per ora dichiarano che “dai dati emerge che la correlazione tra paracetamolo in gestazione e disturbi comportamentali nella prole potrebbe dipendere da meccanismi intrauterini”. Nell’ottica generale sono comunque da valutare tutti i fattori, infatti “nonostante la possibilità di un danno alla prole dovuto al paracetamolo, il rischio che potrebbe derivare dal mancato trattamento di febbre o dolore in gravidanza va attentamente valutato dalle future mamme e dai loro medici” conclude Stergiakouli.

Jama Pediatr. 2016. doi: 10.1001/jamapediatrics.2016.1775
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27533796

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