Alcuni sintomi della menopausa migliorano con la fitoterapia

Generalmente è la terapia ormonale quella che viene adoperata per alleviare i sintomi legati alla menopausa, nonostante presenti una serie di effetti negativi sulla salute. Un recente studio apparso su Jama ha però dimostrato come alcune terapie a base vegetale possano favorire la riduzione di questi sintomi. Taulant Muka, ricercatore in medicina generale all'Erasmus University Medical Center di Rotterdam in Olanda e coautore dello studio, afferma che “le potenziali conseguenze negative in
termini di salute cardiovascolare e cancro al seno, portano oggi molte donne a scegliere cure alternative per esempio quelle a base vegetale” ricordando che difatti molte sostanze derivate dalle piante hanno effetti positivi sui sintomi della menopausa. Tra le piante utili a questo scopo Muka cita il trifoglio rosso e il cohosh nero e inoltre “gli estratti di soia contengono isoflavoni, sostanze ad attività simil-estrogena in grado di influenzare la secrezione e il metabolismo degli ormoni sessuali”. L’efficacia di questi metodi ha però oggi dati ancora poco attendibili in quanto sono stati eseguiti solo studi di piccole dimensioni e con un breve follow-up. Per questa ragione, Muka e i colleghi ricercatori dell’Università di Cambridge hanno eseguito una metanalisi su oltre 60 studi clinici randomizzati riguardo le terapie a base vegetale e la presenza di sintomi quali vampate di calore, sudorazione notturna e secchezza vaginale, su un totale di 6.653 donne. I ricercatori affermano che “i dati raccolti suggeriscono che i fitoestrogeni si legano a un calo delle vampate e della secchezza vaginale, ma non della sudorazione notturna, mentre diversi rimedi erboristici sono correlati a una riduzione di frequenza dei sintomi vasomotori”, precisando inoltre che, a causa della scarsa qualità degli studi di partenza, servirebbero comunque ulteriori ricerche prima di poter affermare con sicurezza quali siano i benefici della fitoterapia sui sintomi derivanti dalla menopausa.

Jama. 2016. doi: 10.1001/jama.2016.8012