martedì 17 maggio 2016

Ddl sulla responsabilità penale dei medici

Di fronte al mondo medico, rappresentato da Antonio Carrassi, preside dell’Università degli studi di Milano, Amedeo Bianco, ex presidente FNOMCeO, e Roberto Carlo Rossi, presidente OMCeOMI, è stato preso l’impegno di approvare prima dell’estate il ddl che riforma la responsabilità sanitaria.
A tenere il discorso è stato il deputato PD e relatore del testo, Federico Gelli “l’11 Maggio è il termine per presentare emendamenti alla legge che riforma la responsabilità sanitaria”. Il ddl esclude, ad eccezione di casi di colpa grave, la responsabilità penale del medico e trasforma in
extracontrattuale la RC di sanitari dipendenti e convenzionati, con prescrizione della prova a carico di pazienti a 5 anni, e non più a 10.
Durante l’incontro, i tre esponenti del mondo medico illustrano la situazione in campo di responsabilità medica. Gelli spiega che “nel 1999 la Cassazione introdusse il principio del contatto sociale tra medico e paziente: una sentenza che trasformava la responsabilità medica in contrattuale e dopo la quale si è moltiplicato il contenzioso. Oggi ci sono 30 mila nuove cause l'anno in sanità, nei nostri tribunali sono in corso 250-300 mila contenziosi e ciascuno dura in media 8 anni se parliamo di processi civili, ciò ha prodotto un boom della medicina difensiva con sprechi di denaro pubblico. Noi stiamo riportando le lancette indietro rispetto a quella sentenza e dando elementi in più e sicurezza al sistema”. Rossi spiega la situazione in Italia affermando che “non si può pensare che non ci siano più neurochirurghi come in certi stati Usa per via delle pendenze. Il medico va lasciato tranquillo. Non rivendichiamo un primato della professione, ma la nostra usa taglienti e somministra veleni per interagire con funzioni "guaste" dell'organismo e di ciò si deve tenere conto”. Bianco ricorda che verrà cambiato il codice penale per sostituire l'omicidio colposo con la morte e lesioni colpose all'articolo 590 quater e si augura inoltre che questa legge possa tranquillizzare il personale sanitario ed eviti sprechi da medicina difensiva.
Il testo però potrebbe essere migliorato in due punti. Per primo il fatto che le linee guida che scagionano da colpa grave siano redatte da società scientifiche certificate in apposito elenco. “Nel nostro ordinamento è previsto da 10 anni un network tecnico scientifico Aifa-Agenas-ISS-Ministero Salute-Regioni, ma va rivitalizzato a oneri zero. E vanno predeterminate le società scientifiche che hanno titolo a redigere le raccomandazioni, di cui il medico dovrà tenere conto ma dalle quali non sarà vincolato. In questo caso veniva buono un decreto accreditamento dell'ex ministro Sirchia che la Consulta mise in discussione poiché non cooptava le regioni nelle decisioni. Tuttavia, il nodo è superabile. Infine, l'Iss può ben valutare il rigore metodologico e le evidenze scientifiche alla base delle linee guida”. Secondo punto riguarda la sorte che spetta al medico in caso di colpa grave: la responsabilità contrattuale resta dell’ospedale, ma il risarcimento può andare a riguardare il medico, con la possibilità di andare a risarcire con un massimo di tre stipendi. Inoltre la causa finirà non più davanti alla Corte dei Conti, ma al Giudice Ordinario, e in questo caso la sorte del medico è differente da quella del manager pubblico. Quest'ultimo però di fronte alla prospettiva di una condanna contabile potrebbe premunirsi citando il medico in tribunale, dicendo addio a sicurezze e ribassi ai premi assicurativi. “La Corte dei conti ha un potere riduttivo che coglie il bisogno di circoscrivere le entità dei risarcimenti, inoltre la pena pecuniaria che infligge non si trasmette agli eredi”, ammette Bianco. “Con l'iter davanti a giudice ordinario invece, ove il manager Asl sia chiamato a risarcire il danno erariale, si rischia che dopo una sua fase di collaborazione con i sanitari e il medico legale si apra una fase di contenzioso; prevedendo tale scenario, non è difficile immaginare che questa auspicabile collaborazione venga a mancare”.
Il presidente Commissione Sanità Senato, Grazia Emilia De Biasi, invita all’approvazione di questo ddl come anche di quello di Lorenzin che riforma le professioni sanitarie, affermando che i due sono organici tra loro e rappresentano i provvedimenti più importanti di tutta la legislatura.

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