lunedì 4 agosto 2014

La vulvodinia

La vulvodinia, è una patologia che colpisce circa il 12-14% della popolazione femminile, ed è caratterizzata da un dolore più o meno intenso nell’area vulvare. Il dolore vulvare per molte donne è un’esperienza molto frustrante che le accompagna alcune volte per anni prima che si possa arrivare ad una risoluzione. Inoltre pur essendo il dolore quasi sempre un’esperienza spiacevole, quando coinvolge una zona intima come l’area genitale si carica di significati e di valenze che lo rendono ancora più penoso.


Per le donne che soffrono di vulvodinia, il dolore può essere così intenso da modificare pesantemente la qualità della vita e, in alcuni casi, tale da rendere assolutamente impossibile la penetrazione. Questo ovviamente può avere ripercussioni negative sull’intimità, determinando con il tempo una diminuzione del desiderio sessuale ed un allontanamento della coppia dalla sessualità. Inoltre, come ogni altro tipo di dolore cronico, anche la vulvodinia può indurre uno stato d’ansia ed una flessione del tono dell’umore.

Nella vulvodinia il dolore persiste da almeno 3-6 mesi, con carattere e localizzazione tipica. Percepito in modo continuo o intermittente, può comparire sia in modo spontaneo che provocato (rapporti, visita ginecologica, inserimento di tamponi per la protezione mestruale). Alcune donne notano un peggioramento del dolore in fase premestruale. Per quello che riguarda la localizzazione, anch’essa può essere estremamente variabile, può essere diffuso a tutta l’area vulvare oppure localizzato (sul clitoride, intorno all’area uretrale e spesso nell’area vulvovestibolare).

Il quadro della vulvodinia è quindi caratterizzato da: un dolore nell’area vulvare associato o meno a dispareunia, cioè a dolore nei rapporti sessuali. Il dolore sessuale si localizza all’ingresso della vagina e quindi generalmente si avverte all’inizio della penetrazione. In molte donne inoltre, la vulvodinia si associa ad un ipertono dei muscoli del pavimento pelvico, cioè di quell’insieme di muscoli che circondano e sostengono la vagina, l’uretra, la vescica e il retto. Queste strutture muscolari sono fondamentali per funzioni come la minzione, la defecazione e ovviamente per la sessualità. Questi muscoli devono avere la giusta “tensione” per assicurare un funzionamento fisiologico e non doloroso. La tensione esagerata del pavimento pelvico sostiene non soltanto il dolore medio vaginale che si associa a volte alla vulvodinia (che possiamo mettere in evidenza durante la visita ginecologica) ma anche la presenza contemporanea di stipsi, difficoltà urinarie, cistiti post coitali ed emorrodidi.

La donna che soffre di vulvodinia descrive il dolore in modo caratteristico: dolore urente, puntura di spilli, come aghi, bruciore intenso, come una scossa. Il dolore da vulvodinia è un dolore particolare, parliamo infatti di “dolore neuropatico”, questo vuol dire che non è legato ad un danno come quello che si verifica in un trauma o in una ferita (in questi casi si parla di dolore nocicettivo), ma è legato all’alterazione nella trasmissione degli impulsi nervosi, in modo particolare alla trasmissione degli impulsi dolorosi.

Può essere difficile identificare la causa scatenante della vulvodinia e molto più spesso ci troviamo davanti ad un insieme di fattori che concorrono ad innescare un quadro di infiammazione cronica per l’iperattivazione di una cellula chiamata mastocita e di sensibilizzazione delle vie nervose. Così come avviene spesso con il dolore cronico, la vulvodinia può subire un peggioramento in occasione di periodi o eventi particolarmente faticosi o stressanti, di disturbi dell’umore, della comparsa o peggioramento di altre patologie ecc.

La vulvodinia va quindi affrontata e trattata su più livelli; è necessario prima di tutto modificare dove presenti abitudini personali scorrette che riguardano l’igiene, l’abbigliamento, l’attività sportive ecc; il secondo passo è il trattamento del dolore con farmaci specifici e altri presidi antalgici e, ove necessario la rieducazione dei muscoli del pavimento pelvico con trattamenti mirati al rilassamento. Per tutti questi motivi il trattamento della vulvodinia richiede tempo e pazienza, e va proposto senza trascurare nessun aspetto della donna e della coppia.

Dott.ssa Cristina Critelli
Medico Ginecologo
Sessuologo
Istituto di Sessuologia Clinica di Roma

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